Le Frasi da Conoscere per Capire i Tifosi del Calcio Spagnolo
La stagione calcistica sta per finire. Il Barcellona sembra avere in mano lo scudetto ma ci sono ancora un bel paio di interessanti match da guardare insieme agli appassionati tifosi del calcio spagnolo. Il 21 aprile sarà il momento tanto atteso della finale di Coppa di Spagna tra Barcellona e Siviglia che rappresenta il primo "Partido del Siglo" (partita del secolo). Poi è il turno delle attesissime partite di Champions League che vedono Barcellona e Real Madrid tra le favorite nell'aggiudicarsi la finale di Kiev a fine maggio. Inoltre, i tifosi dell'Atlético de Madrid, chiamati anche "Colchoneros" (Materassai-per le loro strisce bianche e rosse) sosterranno la loro squadra lungo la strada per la finale di coppa UEFA Europa League.
E non finisce qui perché sempre quest'anno, gli appassionati di calcio avranno da seguire anche i Mondiali di Russia a giugno/luglio. Così gli stranieri che risiedono nella penisola iberica avranno l'opportunità di godersi le partite nelle sere d'estate con una bella cerveza in mano nei cortili e sulle terrezze di mezza Spagna.
Come sapete, le partite di calcio sono lunghe quasi 2 ore e hanno un sacco di interruzioni. I commentatori spagnoli arriveranno carichi di ogni sorta di opinioni e metafore per vivacizzare la trasmissione.
Qui vi presentiamo alcune frasi colloquiali che possono aiutarvi a capire quanto succede in campo, e se riuscirete a mischiarvi tra i tifosi spagnoli può essere che vi verranno pure offerte una o due "caña".
La formazione (tutti con "El" a meno che non sia specificato):
Il portiere o "portero" è anche conosciuto come "cancerbero" (da Cerbero, il cane che sorveglia le porte dell'inferno nella mitologia greca). Il difensore è "zaguero" (dalla pallamano basca). Mentre le ali sono "carrileros" (corridori di corsia e imbroglioni), il centro avanti verrà chiamato "Nueve" (nove) o "Ariete". Se è piccolo di corporatura sarà "falso Nueve" (falso nove).
Al playmaker viene attribuito il nome "cerebro" (cervello). I due o tre giocatori che si muovono compatti, incaricati di attaccare l'avversario, rappresentano il "doble pivote" (doppio perno) o anche un "Tri-vote". Il centrocampista è conosciuto come "la medular" (midollo osseo). L'"árbitro" viene sempre chiamato con i suoi due cognomi.
Durante la partita:
Alcune parole inglesi vengono riportate tali e quali nella lingua spagnola: "corner" (calcio d'angolo) e "penalti" (rigore) le sentirete regolarmente. "orsay" (fuorigioco), "friqui" (calcio di punizione) o "gol" (Goal) richiedono una leggera interpretazione fonetica. Infine, dopo oltre un secolo, l'allenatore viene ancora chiamato "El Mister".
Altre parole sono assolutamente indecifrabili. L'"elástica" è l'uniforme del team-fino a quando un difensore ne afferra un pezzo dimostrando che il tessuto non è così elastico. Una finta riuscita o un dribbling è un "regate". Una rovesciata è una "Chilena" (cileno).
E la scarpa d'oro della Lega è conosciuta come il "Pichichi" (un leggendario soprannome del giocatore di Bilbao del 1900).
Alcune (sempre di parte) sfumature:
Se al nostro giocatore viene fischiato un fallo: sentirete sempre "tocó Balón" (ha toccato la palla). Se la palla viene toccata con le mani, ci sono tre possibili teorie. La prima, "tenía el brazo PEGADO al cuerpo" (aveva il baccio incollato al corpo). Se la VAR mostra il braccio effettivamente in movimento "El Balón ha ido a la mano" (è la palla che ha colpito la sua mano). Infine, se è palese che ci sia stato un contatto, allora diremo "ha sido in-vo-lun-ta-ria" (chiaramente non è stato intenzionale).
Se un giocatore manca la palla, il commentatore potrebbe dire che è un "semifallo" (una mezza palla mancata- come se si potrebbe anche essere mezza incinta).
Se è uno dei nostri lo giustifichiamo dicendo che il compagno di squadra gli ha passato un "Melón" (melone), ovviamente un tentativo di assist impossibile.
Mentre si può dire che l'attaccante "le ha hecho una Sotana" (ha tirato un abito da prete) se la palla passa tra le gambe del difensore.
Se fossimo a Madrid tra "Merengues" (meringhe): Supponiamo che Sergio Ramos calci una palla gol che finisce sugli spalti. Giustificheremo l'errore dicendo "El Balón no quiso entrar" (la palla non è voluta entrare). Se si trattasse di un giocatore di un'altra squadra diremmo "éste ha pasado más tiempo en el estilista que entrenando" (ha passato più tempo dal suo parrucchiere che in campo ad allenarsi).
Se a Barcellona tra "Culés" (Catalani-Sì, è una lunga storia!): quando Piqué o qualsiasi altro difensore portatosi in attacco non riesce a tornare indietro in tempo dando agli avversari la possibilità del gol: "No se puede estar en Misa y repicando" (non si può essere a messa e contemporanemente suonare le campane della Chiesa).
In qualsiasi altro luogo, "se le Dan más Rápidos Los Tuits" (è più veloce quando twitta), riferendosi all'uso sconsiderato di Piqué dei social media.
Dopo la partita:
Per ragioni sconosciute, una volta superati i 90 minuti di gioco, il recupero viene chiamato "Tiempo de descuento" (tempo scontato).
Se la nostra squadra non ottiene un buon risultato due sono le teorie che spiegano la sconfitta:
1) conformista: "El Fútbol es así " (Questo è il calcio); "No hay enemigo pequeño " (nessun avversario è innocuo); "se han dejado la piel" (ce l'hanno messa tutta). Ma questa sarebbe la nostra posizione solo se la nostra squadra viene sconfitta.
2) teorico complottista: "Vaya Robo" (sono dei ladri), "ellos jugaban con 12" (giocavano in 12); "la FIFA quiere que ganen Los de Siempre" (la FIFA vuole che vincano sempre gli stessi).
Se i nostri ragazzi vincono, goditi il fantastico clima contagioso.
In ogni caso, partecipate, godetevi gli applausi, i fischi e l'atmosfera elettrizzante. Ma ricordate, qualunque sia il risultato, quello che diceva mio nonno: "Sai, io domani devo sempre alzarmi per andare al lavoro".
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