È stato un amore a prima vista. Un amore che nei sei mesi in cui l’ho vissuta si è rafforzato ogni giorno di più. Tanto che a distanza di tempo Barcellona rimane la mia città del cuore.
Era il 29 gennaio. Fuggivo da un aeroporto milanese appena innevato per ritrovarvi sotto il cielo blu di Barça. Ricordo il sapore dell’aria non appena emersa sulle Ramblas dalle scale della metropolitana. Si sentiva eccome che il vento soffiava dal mare.
Avevo trovato casa dopo un’estenuante ricerca durata una settimana. Ne avrò visitati almeno dieci di appartamenti ma la metà non facevano per me, dall’altra metà aspettavo una chiamata che non arrivò.
Così doveva andare, perché al settimo giorno di ricerca le trovai: erano le mie nuove coinquiline, quattro ragazze spagnole (lì sì che avrei imparato in fretta!) con le quali fu di nuovo amore a prima vista, questa volta reciproco.
La camera non era granché, anzi era pessima ad essere sincera, piccola e non naturalmente illuminata (la finestrella dava sulla tromba dell’ascensore) ma non mi importava. Ero lì per vivere i miei sei mesi di Erasmus, non di sicuro per chiudermi in stanza. Il salone era bello grande, lì avrei potuto studiare e le ragazze mi facevano sentire a casa.
Consiglio a chiunque si trovi a cercare casa da condividere, in particolare allo studente Erasmus, di puntare su coinquilini che non parlino la tua stessa lingua. È inevitabile e ben venga che conoscerai compaesani ma condividere casa con Gloria, Lucía, Sandra y Estela e parlare con loro solo spagnolo è stata la mia fortuna.
Ogni mattina partivo da Calle Girona, attraversavo Avinguda Diagonal e percorrevo a piedi le mie dieci manzanas, gli isolati che mi separavano dall’Universitat de Barcelona, in Gran Via de las Corts Catalanes, pieno centro, metro Universitat.
Lo stabile dell’università è un maestoso edificio storico, costruito nel 1400, allora sede della facoltà di medicina. Oggi possiede un fascino indiscutibile.
Il giardino all’interno è uno dei miei luoghi magici in città. Ben tenuto e poco frequentato, è simile al giardino di una dimora storica, un vero bijoux.
Se non ci siete ancora stati, dovete assolutamente ritagliarvi del tempo per sostare nella biblioteca al piano superiore dell’edificio. È bellissima, luminosa, il luogo ideale per trovare silenzio e pace.
Gli studenti Erasmus appena arrivano frequentano un corso intensivo di lingua spagnola all’interno dell’università. È dentro quelle aule che ho stretto le prime amicizie, alcune delle quali mantengo tuttora. Dai tre o quattro che eravamo a lezione, la sera diventavamo anche 20, ragazzi e ragazze con cui condividevi una passeggiata fino al Raval o nel Barrio Gotico a bere un drink, o al Razzmatazz la super discoteca di Barcelona, o ancora un giro nei locali del Born.
Spesso finivamo sulla favolosa terrazza dell'appartamento di Nicola, in piena Gracia: qui conservo i ricordi delle migliori serate di festa!
E poi un giorno arrivò lei, la bicicletta. Mi piaceva un sacco camminare, tanto che la metropolitana la prendevo solo la sera, durante il giorno percorrevo chilometri e chilometri. Ma l'acquisto della bici è stata la vera svolta. Le distanze si accorciavano e mi accorsi di quanto fosse comodo girare su due ruote per una città come Barcellona.
Oltretutto Barcellona è diventata una città bike-friendly. Sono tanti i negozi che le affittano oppure si può optare per il sistema di bike sharing Bicing con 420 stazioni sparse per tutta la città.
Con l’arrivo della primavera raggiungere la spiaggia in bici è qualcosa di impagabile, oltretutto se arrivi dal nord della città, l’andata è tutta in discesa.
Con i miei amici preferivamo spingerci oltre Barceloneta, perché a lungo andare risulta fin troppo turistica. Ci piaceva molto la spiaggia di Bogatell. E il periodo migliore per viverla è maggio/giugno: l’acqua è limpida, la spiaggia poco affollata. Ogni momento libero dallo studio era buono per ritrovarci lì.
Quanti bei ricordi che rivivo ogni volta che torno nella mia seconda città!
E voi? Avete mai vissuto a Barcellona? raccontateci i vostri luoghi del cuore!
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